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“Come parlare gattese”. La comunicazione del gatto

Nella comunicazione tra uomo e gatto, quest’ultimo ci viene decisamente incontro. Il dottor Gary Weitzman, presidente della Humane Society di San Diego, in un articolo pubblicato sul “National Geographic” spiega come esistano ben 16 sfumature diverse del “meow”. Non solo. Pare che i gatti li utilizzino solo in presenza dell’uomo dimostrando una forte volontà di comunicare con l’essere umano. Quasi mai, infatti, gli stessi vocalizzi vengono scambiati tra conspecifici, piuttosto davanti ad altri animali. 

Il linguaggio del corpo di aggiunge poi a quello “verbale”: sempre secondo Weitzman, l’occhiolino significa “ok”, “mi piaci”, una sorta di bacio gattoso; la coda puntata verso l’altro è invece “una stretta di mano”; se le orecchie sono appiattite non si prevede nulla di buono, Micio è spaventato o prossimo alla lotta; al contrario, quando i suoi baffi si distendono lateralmente ci sta comunicando che è calmo, amichevole e felice.

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