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SOS smarrimenti e ritrovamenti. Ecco come gestirli

SOS smarrimenti e ritrovamenti. Ecco come gestirli

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Gli smarrimenti di animali domestici sono, purtroppo, molto frequenti. Sono migliaia i cani e i gatti che ogni anno spariscono dalle abitazioni. Lo dimostrano le tantissime pagine nate sul social media Facebook con lo scopo di denunciare smarrimenti e ritrovamenti di animali che spesso non si ricongiungeranno mai più con la propria famiglia. I più fortunati troveranno un altro proprietario, gli altri trascorreranno il resto della loro vita dietro le sbarre di un box, salvati quantomeno dai pericoli della strada ai quali un animale nato e cresciuto in famiglia si abitua a fatica. Ma cosa spinge un animale ad allontanarsi dalla sua famiglia? Tralasciando i furti di malintenzionati, i motivi sono i più disparati, dalla presenza di un malessere da parte dell’animale alla “fuga d’amore”. Nel primo caso è la paura a volte a far perdere qualsiasi logica e in un momento di grande timore ci si può ritrovare lontani da casa senza rendersene conto e perdendo completamente il senso dell’orientamento.

Perché un animale sparisce?

Situazioni del genere è facile che si verifichino durante le feste di Natale purtroppo, quando l’usanza dei botti fa perdere il controllo ad alcuni cani che si ritrovano in fuga all’impazzata lontano da quello che è considerato un pericolo imminente. Tantissime le raccomandazioni di educatori e veterinari sul non lasciare mai da soli in giardino i propri animali o di fare attenzione per strada, dove una paura improvvisa potrebbe far sfilare la pettorina per darsi alla fuga, ma i numeri parlano chiaro purtroppo. Dal primo gennaio le richieste di aiuto per ritrovare cani e gatti fuggiti in seguito ai botti sono sempre tantissime, così come i cani rinvenuti vaganti e non riconducibili a nessun proprietario. Perché se è vero che alle usanze fin troppo radicate, nonostante siano stupide, non si riesce a dire di no, è pur vero che la legge non viene sempre applicata, in alcuni casi quasi mai, e ciò fa sì che i ritrovamenti di cani padronali non si risolvano sempre a lieto fine.

L’Anagrafe Nazionale

La legge n. 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) prevede l’obbligo della registrazione dei cani nelle banche dati regionali, che confluiscono in quella nazionale, successivamente ribadito e più dettagliatamente chiarito nella sua procedura da ordinanze ministeriali e sancito dall’Accordo 24 gennaio 2013. Per i gatti e i furetti, invece, non esiste un obbligo di iscrizione che è a discrezione del proprietario se non si ha la necessità di acquisire il passaporto. Inoltre esiste anche una banca dati privata denominata Anagrafe Nazionale Felina, realizzata dall’Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), che non sostituisce l’Anagrafe degli Animali d’Affezione. Esiste una banca dati privata anche per il coniglio d’affezione, realizzata dall’AAE-Conigli onlus (Associazione Animali Esotici- Sezione conigli) e denominata appunto Anagrafe dei conigli. Sul portale del Ministero della Salute questi passaggi sono minuziosamente spiegati, ma allora perché nessuno li rispetta?

Cosa dice la legge circa gli smarrimenti

Quando si acquista o si adotta un cane, cucciolo o adulto che sia, la prima cosa che bisogna fare, contestualmente a una visita generale per valutare il suo stato di salute, è l’inoculazione del microchip e l’intestazione del cane a una persona, richiedendo il rilascio del certificato di iscrizione in anagrafe, che costituisce il documento di identità dell’animale e che deve accompagnarlo in tutti i suoi trasferimenti di proprietà. La registrazione all’anagrafe deve essere fatta dallo stesso veterinario che provvede all’applicazione del microchip e che è abilitato ad accedere all’anagrafe canina regionale. Ma a cosa serve tutto questo? Accogliere un animale significa prendersi la responsabilità della sua gestione. Saremo sempre noi a rispondere per lui “nella buona e nella cattiva sorte”, motivo per il quale occorre dichiarare di esserne i proprietari. Ma non solo. L’altro aspetto è che ancora oggi gli animali d’affezione sono considerati al pari di un bene immobile per i quali occorre dichiararne la proprietà. E un altro aspetto, che è quello che ci preme di più, è che, se sfortunatamente dovessimo smarrire il nostro fedele amico, sarà più facile riportarlo a casa avendolo registrato correttamente in anagrafe.

La medaglietta

Ma c’è ancora un’altra cosa che possiamo fare per rendere questo malaugurato avvenimento il meno traumatico possibile: porre al collo del nostro animale una medaglietta con uno o due numeri di telefono attraverso i quali rintracciare immediatamente il proprietario. Quando decidiamo di prendere con noi un cane o un gatto, di certo abbiamo già deciso per tempo che nome dargli. E allora, prima che arrivi a casa, muniamoci di un collarino e di una medaglietta già incisa, oppure scriviamo all’interno del collare il nostro numero di telefono e lasciamoglielo al collo per sempre.


Cosa fare se…

Smarrisco un animale

  • Fare denuncia di smarrimento presso i carabinieri di zona
  • Far girare foto e dati dell’animale smarrito su siti e pagine social che si occupano di smarrimenti
  • Affiggere locandine nella zona di smarrimento e nei punti di ritrovo con foto e dati dell’animale smarrito
  • Avvisare i veterinari, i pet shop e le toelette di zona
  • Verificare le segnalazioni di smarrimenti
  • Avvisare i canili/rifugi della città

 

Trovo un animale

  • Fare denuncia di ritrovamento presso i carabinieri di zona
  • Verificare la presenza del microchip con l’aiuto di un veterinario
  • Far girare foto e dati dell’animale ritrovato su siti e pagine social che si occupano di smarrimenti/ritrovamenti
  • Affiggere locandine nella zona di ritrovamento e nei punti di ritrovo con foto e dati dell’animale ritrovato
  • Avvisare i veterinari, i pet shop e le toelette di zona
  • Verificare le segnalazioni di ritrovamenti
  • Avvisare i canili/rifugi della città

 

Per maggiori informazioni visitare il sito del Ministero della Salute  

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