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Terremoto e neve. L’appello per il centro Italia

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Continuano le scosse di terremoto nei paesi del centro Italia, messi in grave difficoltà anche dalle condizioni meteorologiche che peggiorano di ora in ora. La neve, infatti, caduta copiosamente in questi giorni, sta gravando su ciò che rimaneva dei paesi già ridotti in macerie, rendendo impossibile raggiungere i piccoli centri più isolati e seppellendo letteralmente gli animali ricoverati nelle strutture di accoglienza.

Aiuti per il canile di Chieti

In particolare, il canile di Chieti chiede aiuto per stallare i 200 cani ospiti della struttura che è ubicata accanto al fiume che rischia di esondare.  Serve qualcuno della zona che accolga gli animali nelle abitazioni, che possa metterli al caldo e al sicuro. E ancora, a Gualdo, nel Maceratese sono crollate due stalle di due aziende: 90 capi di bestiame sono morti o feriti, tra mucche e pecore. “L’altezza della neve è intorno al metro e ottanta”, scrivevano ieri i titolari dell’azienda agricola Scolastici, a Pieve Torina (nel Maceratese), su Facebook, “ma ci sono cumuli alti anche quattro metri. Siamo usciti a fatica da casa e non riusciamo a raggiungere le stalle neanche a piedi. Le strade provinciali sono interrotte da ieri sera e tutte le frazioni sono isolate. Stanotte sono crollate due stalle con mucche e pecore all’interno, una a Gualdo e una a Belforte. Non sappiamo in che condizioni siano i nostri animali e dalle sei di questa mattina stiamo contattando tutte le forze dell’ordine per richiedere un intervento. Sembra non ci siano abbastanza mezzi e comunque squadre mal equipaggiate. Speriamo che in giornata intervenga l’esercito perché gli animali sono senza cibo né acqua da ieri”.  Ma nessuno ha ancora raggiunto gli animali che stamattina erano impauriti, assetati e affamati.

Bilancio Coldiretti

Il bilancio della Coldiretti, realizzato sulla base delle segnalazioni giunte dalle zone terremotate, è durissimo: animali morti e feriti in un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini molti dei quali costretti al freddo. Sono, inoltre, diverse le strutture isolate dove non è possibile garantire l’alimentazione del bestiame. La situazione delle stalle è critica sia per quelle mobili che per quelle vecchie. Le stalle mobili, costruite dopo il sisma, rischiano di crollare sotto il peso delle nevicate; quelle vecchie, fortemente danneggiate e non ancora sostituite a causa di un ritardo della ditta aggiudicatrice della gara indetta dalla Regione Lazio, e che ospitavano gli animali provati dalle temperature rigidissime, rischiano di essere crollate dopo le ultime scosse del 18 gennaio. Dal momento della richiesta da parte dell’allevatore, la regione ha un mese di tempo per la consegna del m.a.p.r.e. (moduli abitativi provvisori rurali di emergenza)”, spiega Fernanda Cecchini, assessore all’Agricoltura della regione Umbria, “dal nostro versante noi abbiamo già soddisfatto circa il 70% del fabbisogno”. Il grido d’allarme arriva anche dal sindaco di Ussita, devastata dal sisma di fine ottobre, Marco Rinaldi. “La situazione è disperata, ho chiesto alla Protezione civile di inviarmi due grandi mezzi per raggiungere Vallestretta e Casali, dove ci sono ancora degli allevatori con il loro bestiame”. Nel piccolo borgo dell’Appennino marchigiano, distrutto dal terremoto, al momento non vive più nessuno se non alcuni allevatori che hanno scelto di restare in paese per accudire il bestiame che, gran parte, è ancora allo stato brado, “dato che nessuno ci ha ascoltato”, continua Rinaldi, “quando invocavamo le stalle per proteggere gli animali”.

Intervento di Oipa e Enpa

Intervengono anche Enpa e Oipa“Finalmente è stato disposto un rafforzamento della presenza dell’Esercito nell’area del sisma”, si legge in un comunicato. “Stiamo chiedendo con forza non solo per ripristinare le vie di comunicazione ma anche affinché il Genio militare costruisca le stalle per gli animali, superando così tutti i problemi burocratici che hanno avuto solo l’effetto di far morire di freddo centinaia e centinaia di animali. In seguito all’ultimo sciame sismico, per quasi un’ora si sono persi i contatti con quindici allevatori di Arquata, andati come tutti i giorni in zone rosse per alimentare i loro animali. Per evitare ulteriori problemi e per non aggravare l’emergenza ancora di più, ma soprattutto per non mettere ulteriormente a rischio l’incolumità di persone e animali, si dia all’Esercito il compito di costruire tempestivamente le stalle”, conclude l’Enpa.

 

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