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California. Salvati i primi animali dal disastro petrolifero

L’incidente che, nei pressi di Santa Barbara, ha causato il rovesciamento in mare di circa 80mila litri di petrolio, sta avendo conseguenze importanti anche sugli abitanti del mare. Tra le specie maggiormente coinvolte, pellicani e leoni marini. Il Los Angeles Oiled Bird Care and Education Center, struttura specializzata nel recupero di uccelli colpiti da calamità ambientali, ha salvato cinque pellicani giunti in condizioni critiche. Un esemplare di leone marino, invece, è stato preso in cura dall’Oiled Wildlife Care Center del SeaWorld di San Diego e le sue condizioni sono state stabilizzate.

A questo, inoltre, si aggiunge la condizione critica che i leoni marini vivono da diversi mesi sulla costa ovest degli Stati Uniti, dove i cuccioli vengono spesso rinvenuti senza forze abbandonati dalle madri, a causa dell’innalzamento delle temperature delle acque che ha spinto i pesci al largo, facendo sì che venisse meno il sostentamento per queste specie.

Difficile dire quanti animali siano coinvolti nel disastro. “Il fatto che vi sia una grande quantità di petrolio nell’ambiente non significa necessariamente che vi siano molti animali coinvolti”, ha spiegato il direttore del centro, Mike Zaccardi. Spesso vi sono piccoli versamenti con un grande numero di animali colpiti e grandi maree con pochissimi esemplari. […] Al momento, nella peggiore delle stime, il versamento potrebbe essere doppio rispetto al Cosco Busan del 2007, ma non stiamo ravvisando un gran numero di animali selvatici colpiti. Non è necessariamente una relazione lineare”. In caso di ingestione del petrolio, infatti, potrebbero volerci giorni perché i danni si manifestino, a differenza dell’ipotermia, conseguenza diretta dell’isolamento termico creato dal petrolio stesso.

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