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Green Hill: sentenza per i tredici attivisti

Green Hill: sentenza per i tredici attivisti

Dodici condanne e un’assoluzione, è così che si è concluso il processo tenutosi a Brescia a carico dei 13 attivisti imputati a vario titolo per furto aggravato e rapina, per aver partecipato, nell’aprile 2012, alla liberazione dei Beagle dall’allevamento di Green Hill.

Condanne da 8 a 10 mesi

A due attivisti dei tredici che portarono via i Beagle destinati alla sperimentazione dalla struttura, i giudici di primo grado hanno inflitto una condanna a dieci mesi e 450 euro di multa, pena più lieve per gli altri dieci attivisti di Greenh Hill tutti condannati a scontare otto mesi e pagare una multa di 300 euro. Assolto per non aver commesso il fatto l’attivista Lav che aveva partecipato al blitz in qualità di autista. Tutti assolti invece dall’accusa di danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale.

Lav: sentenza ingiusta per gli attivisti di Green Hill

L’allevamento di Green Hill era stato poi posto sotto sequestro nel luglio dello stesso anno con l’accusa di maltrattamento e uccisione di animale, e nel gennaio 2015 i vertici e il veterinario della struttura sono stati condannati. La stessa difesa degli attivisti contesta, dunque, che potessero essere ritenuti colpevoli coloro che hanno liberato animali allevati in una struttura in cui è stato successivamente accertato, dallo stesso Tribunale, il maltrattamento e la morte. E la stessa Lav (Lega Anti Vivisezione) la considera una sentenza ingiusta:  “Seppur rispettiamo quelle che sono le decisioni dell’Autorità giudiziaria,  riteniamo che questa sentenza vada a confliggere con il riconoscimento dell’animale quale soggetto, essere senziente e non res, e la conseguenza che gli attivisti coinvolti non hanno assolutamente rubato qualcosa, ma piuttosto salvato vite animali da maltrattamenti e uccisioni, come poi confermato successivamente dallo stesso Tribunale di Brescia con la storica sentenza di condanna per l’azienda del 23 gennaio scorso: per questo auspichiamo che la Corte d’Appello possa valutare diversamente i fatti, alla luce dei successivi accadimenti nella struttura e relative vicende processuali, nonché un intervento legislativo che intervenga a chiarire una volta per tutte che un animale non può essere considerato mera proprietà privata”.

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