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Krabat, una cornacchia per amica

Krabat, una cornacchia per amica

L’ha vista accasciata sul ciglio della strada e non ha potuto fare a meno di fermarsi e soccorrerla. Così Simone Bonafè, 24 anni, operatore shiatsu, ha conosciuto Kabrat e lei lo ha “adottato”. “Ho immediatamente provato molta tenerezza e affetto per lei. Non potevo lasciarla in quelle condizioni, e temevo che potesse correre dei pericoli. Così l’ho salvata e portata a casa mia”, racconta Simone.

Ora Kabrat, che prende il nome dal libro “Il mulino dei dodici corvi” di Otfried Preussler, è tornata in forze e adora passare gran parte del suo tempo sulla spalla del suo salvatore, anche quando lui la porta al parco e lei fa i suoi primi tentativi di volo. “Conoscendo Krabat ho scoperto la bellezza dell’adottare una cornacchia”, dice sorridendo Simone. “Sono uccelli intelligentissimi, sensibili e capaci di donarti tanto affetto”. Quando lui torna a casa lei lo saluta gracchiando, un po’ come fa il cane abbaiando. “Con il passare dei giorni ci capiamo al volo. Una volta ho aperto la finestra”, continua Simone, “e lei si è zittita, è rimasta immobile sulla mia spalla, e mi ha guardato con occhi che sembrava volessero dirmi: non hai capito, io voglio restare qui con te”.

E ora Simone dovrà decidere cosa fare, tenerla con lui o permetterle tornare in libertà? “Da un lato vorrei che tornasse a vivere in libertà, o in qualche riserva naturale”, prosegue Simone Bonafè. “Dall’altro mi piacerebbe acquistare una voliera, e tenerla per sempre nella casa nella quale mi trasferirò a breve. Insieme al mio gatto nero Ombra”.

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