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Il rinoceronte, un preistorico a rischio estinzione

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Sul mercato nero, i corni di rinoceronte valgono circa 95 mila dollari al chilo (più della cocaina!) e sono destinati a diventare uno degli ingredienti di fantomatiche cure della medicina tradizionale cinese, con la promessa di guarire problemi più o meno gravi, dalla semplice influenza al cancro. Ovviamente si tratta di una pratica priva di qualunque fondamento scientifico (il corno è costituito prevalentemente da cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie e i nostri capelli)… ma si sa, certe credenze sono davvero difficili da sradicare. Solo nel 2015, sono stati uccisi ben 1338 rinoceronti per una tradizione che definire insensata è poco.

La giovane Najak

È proprio il bracconaggio, insieme alla deforestazione (un’altra di quelle scellerate pratiche di cui l’uomo può andar fiero), la causa principale dell’estinzione in Malesia di un’altra specie, il rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis, letteralmente “naso con due corni”), di cui si erano perse le tracce dal 2007. Si erano, appunto, perché a marzo dello scorso anno è stata catturata una femmina di 4-5 anni, nella regione del Kalimantan. La giovane Najak (questo il suo nome) però è morta dopo poche settimane per un’infezione a una zampa. Insomma, purtroppo l’esultanza per la bella notizia è durata davvero poco.

Sapete che…

Probabilmente vi chiederete cosa possa avere di tanto incredibile o spettacolare un rinoceronte… Be’, tanto per cominciare, basti sapere che questa specie è presente sulla Terra da oltre 20 milioni di anni e discende da altre vissute 60 milioni di anni fa: noi, in confronto, siamo i novellini del pianeta!
Il rinoceronte di Sumatra è una delle cinque specie ancora viventi, la più piccola e quella con la popolazione più esigua (in natura se ne contano circa 100 individui); è anche la più difficile da avvistare, perché si aggira solitaria nel fitto della foresta alla ricerca di cibo: rami, foglie, frutti, germogli… Per sfamarla ne servono circa 50 chili al giorno!
Ma non passa tutta la vita in solitudine, nella stagione riproduttiva i maschi raggiungono le femmine per l’accoppiamento e hanno inizio i rituali amorosi: spruzzetti di pipì, colpetti sul muso e sui genitali, vocalizzazioni.
Il rinoceronte di Sumatra, in effetti, è piuttosto rumoroso e annovera nel suo repertorio ben tre tipi di suono: il più comune, eeps, che dura appena un secondo; il più canoro, whale, simile al suono emesso dalla megattera, della durata di qualche secondo; il più chiassoso, detto whistle-blow, a metà tra un fischio e uno scoppio, che può essere udito anche a notevoli distanze. I diversi suoni possono essere richiami sessuali o segnali di pericolo. Curioso se si pensa che questa specie non ha predatori in natura: l’unico vero pericolo per il rinoceronte di Sumatra è l’uomo.

di Emanuela Busà
Naturalista e Divulgatrice scientifica
Per scriverle: esperti@animaliermagazine.com

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