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Bolzano e la tassa sui cani. Animalisti contro

Bolzano e la tassa sui cani. Animalisti contro

Una tassa sui cani per i possessori di cani, affinché la manutenzione delle aree di sgambamento e la distribuzione dei sacchetti raccogli-pupù gravi meno sulle tasche del Comune. È questa la proposta, targata Bolzano, del vicepresidente del Consorzio, Bertinazzo, formato dai sindaci dei Comuni della Provincia autonoma, che sono stati chiamati ad esprimere un parere su un disegno di legge formulato dall’ente.

“Avere un cane sembra una moda”

Bertinazzo è anche il sindaco di Bronzolo, in provincia di Bolzano, 2700 abitanti per 350 cani. “Per un Comune piccolo come il mio, che fatica a coprire le spese, qualsiasi esborso è un problema. Io cerco solo di fare il mio dovere e di trovare modi per far quadrare i bilanci”, ha spiegato. è stato proprio lui, infatti, a sollevare il problema dei costi. “Non trovo assolutamente giusto che la comunità paghi gli interessi di una parte della popolazione finanziando le aree cani quando facciamo fatica ad istituire i servizi di trasporto scolastico. Ultimamente avere un cane sembra una moda: bene, chi la sceglie può anche pagare qualche servizio per questa moda”.

Una proposta di tassa sui cani nel 2011

La Provincia di Bolzano ci aveva già provato nel 2011 a istituire una tassa sui cani, presentando un disegno di legge che prevedeva la suddetta imposta: “50 euro annui per il primo cane, con 20 euro per ogni cane aggiuntivo dello stesso proprietario, cifra che saliva a 150 per i cani pericolosi e di grossa taglia”. La proposta era stata avanzata dall’allora assessore all’Agricoltura Hans Berger (oggi senatore Svp), ma non andò avanti di fronte alle opposizioni sollevate per i redditi più bassi, per i cani guida, ecc.). Il Consorzio dei Comuni, di cui è vicepresidente Bertinazzo, in quell’occasione aveva votato a favore e probabilmente lo sarebbe anche se la stessa proposta venisse ripresentata oggi.

“La tassa sui cani è demenziale”

Inorriditi gli animalisti che definiscono una tassa sui cani “demenziale”, che spingerebbe chi è già in difficoltà economica ad allontanare i propri cani. “Pensiamo a cosa può voler dire chiedere 50 euro a cane per chi ne ha diversi. Se cercano un modo per riempire i canili lo hanno individuato velocemente”, ha dichiarato Manuela Mescalchin, portavoce dell’Ufficio Garante per i Diritti degli Animali, al quotidiano Alto Adige. “Ci sono altri modi per fare cassa in questo settore, come per esempio cominciare davvero a punire i proprietari che non puliscono i bisogni dei loro cani”.

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