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Roma. Il Tar non accoglie la sospensiva del “bando ponte” per la gestione dei canili comunali

Arrivata stamattina la sentenza del Tar sul ricorso presentato dall’Avcpp in merito al “bando ponte” per la gestione dei canili comunali di Roma. Il Tar non accoglie la sospensiva, quindi al momento il bando conserva la sua efficacia e Mapia potrà accedere alla gestione dell’Ex Cinodromo di Ponte Marconi.

Sentenza del Tar inaspettata

L’associazione L’Impronta, che ha gestito il canile negli ultimi sei anni e che dal primo ottobre continua a gestirlo senza percepire un compenso, resta quindi tagliata fuori e con lei i dieci lavoratori che non hanno accettato di essere riassorbiti dalla ditta barese, sia perché l’assunzione avrebbe previsto una riduzione di stipendio del 50 per cento, sia perché eticamente non condivisa. “Oltre al fatto di essere rimasti senza lavoro e senza il nostro canile, che gestiamo da 6 anni, reputiamo assolutamente assurda questa vicenda”, ha commentato Simone Gentili, responsabile degli operatori del canile Ponte Marconi, in un’intervista rilasciata a Roma Capitale News, “perché il Tar non ha concesso la sospensiva per un bando portato avanti in modo quantomeno ambiguo dall’amministrazione di Roma. L’assegnazione per il lotto di Ponte Marconi è stata probabilmente giusta, ma un bando è fatto da tre lotti e gli altri due sono stati condotti in modo non corretto a livello di trasparenza. Quindi sarebbe sicuramente stato congruo una sospensione generale del bando in attesa che venisse fatta luce su certi aspetti poco chiari”.

“Continuiamo a chiedere la sospensione del bando”

A questo punto potrebbe divenire realtà l’ipotetico accordo stipulato bonariamente tra Avcpp e l’amministrazione capitolina per la gestione di Muratella e Il Poverello di Vitinia per una cifra di 250mila euro, un affidamento diretto con il quale il Comune risparmierebbe rispetto ai 326mila euro versati finora, ma a farne le spese sarebbero comunque 15-20 lavoratori per i quali bisognerà trovare una soluzione. “Noi continuiamo a chiedere la sospensione del bando”, ha continuato Simone nella stessa intervista, “perché è l’unico modo per riuscire a rimettere la nave dritta e riuscire a gestire la faccenda in modo trasparente. E a livello legale andremo avanti con tutte le nostre forze per riuscire a tutelarci di fronte alle inadempienze e le metodologie inadeguate del Comune. Per il resto è sicuro che se la società barese entrerà al nostro canile, noi non potremmo far altro che assecondarla”.

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